
“C’era una volta,
un mostriciattolo così piccolo che non si riusciva nemmeno a vedere, ma così prepotente che si era messo in testa di voler diventare il Re di tutte le influenze. Gli piaceva indossare una corona perché voleva far vedere a tutti chi comandava.
Questo mostriciattolo se ne andava in giro di persona in persona perché voleva avere sempre più sudditi per il suo regno. Per riuscirci si era inventato un piano davvero malefico! Si nascondeva nei gesti più semplici: negli abbracci, nelle strette di mano e anche negli “etciù!”. All’inizio le persone non si erano accorte di lui e continuavano a comportarsi come se non esistesse: tutto andava secondo i suoi piani. Quando però tante persone cominciarono a non stare più bene, tutti si spaventarono e in poco tempo la paura iniziò a serpeggiare tra la gente. Nessuno si abbracciava più, le mani si allontanavano e gli occhi guardavano gli altri con sospetto; tutti ormai si erano accorti di lui e nessuno voleva averci a che fare. All’improvviso, alla tv, nei giornali, nei discorsi dei grandi non si parlava che di questo mostriciattolo con la Corona. Era contentissimo…nessuno era più famoso di lui; ormai era convinto di essere diventato il Re di tutti i virus.
E i bambini?
I bambini non si erano accorti quasi di nulla; sentivano parlare di mascherine, ma essendo carnevale pensavano si trattasse di travestimenti. Improvvisamente poi, un giorno, tutte le scuole vennero chiuse. I grandi infatti avevano paura che il mostriciattolo avrebbe attaccato anche i loro bambini. All’inizio i bimbi erano anche contenti…non andavano a scuola! Ma quando seppero che non potevano vedere i loro nonnini perché avrebbero potuto ammalarsi, quando scoprirono che non potevano giocare con i loro amici, che le gelaterie e i negozi di giocattoli erano chiusi e che era anche proibito andare al parco, allora si infuriarono moltissimo! Come si permetteva questo mostriciattolo di stravolgere così le loro vite?
Ma in realtà questo faceva parte del piano dei grandi: avevano capito che per sconfiggere il virus bisognava isolarlo e liberare i prigionieri che aveva catturato.
Si divisero i compiti: un esercito di dottori e infermieri cercavano in tutti i modi di liberare i prigionieri; tutti gli altri avevano il compito di restare a casa, perché solo così sarebbero riusciti a togliere la corona a quel mostriciattolo.
Certo fu dura! E ci volle tanta pazienza e coraggio, ma le persone avevano così tanta voglia di tornare ad abbracciarsi, di giocare insieme e di stare vicini che ingaggiarono la battaglia con entusiasmo tutti insieme anche se lontani.
La corona del mostriciattolo divenne sempre più piccola fino a che non si vide più…e nemmeno lui”.
Scritto da Dott Emanuele Boromei, Educatrice Biancamaria Catasta, Claudia Luzzi